Sonia Vatteroni, intervista all’autrice della silloge “Un quarto di secondo” [Poesie]

Un quarto di secondo [Poesie]

Intervista a Sonia Vatteroni

L’immortalità ha vita breve, è un ossimoro

di Giuseppe Iannozzi

Un quarto di secondo - Sonia Vatteroni - Oltre Edizioni

1. Sonia Vatteroni, “Un quarto di secondo [poesie]” (OLTRE Edizioni) è la tua nuova silloge poetica; l’introduzione porta la firma di Marzia Margherita Dati Graham che, con decisione e senza compromessi, evidenzia che «il poeta pone il lettore di fronte al dilemma del possibile e autentico senso dell’esistere in relazione all’eternità e a quello “spazio di luminosa distruzione” che è la morte.» Sonia Vatteroni, la poesia sarebbe in grado di eternare chi la mette nero su bianco?

È l’istante immortale quello di cui parlo quando scrivo di luminosa distruzione e se il poeta riesce in quel transito … prima che tutto si distrugga … scrive poesia. Come vedi l’immortalità ha vita breve, è un ossimoro. Questo naturalmente vale per la creazione poetica, non per i poeti: qualche immortale direi che c’è!

2. La prima sezione del tuo libro, “Per un whisky o per un tè”, si apre con delle poesie dedicate a un gran numero di poeti. Thomas Stearns Eliot sostiene che «l’unico modo per manipolare qualsiasi tipo di versetto inglese, è attraverso l’assimilazione e l’imitazione.» Sonia Vatteroni, sei tu dello stesso avviso? Perché? E, i poeti ai quali sono dedicate le tue liriche sono quelli che hanno maggiormente influenzato il tuo modo di sentire il mondo?

A volte tutto è più semplice di quanto si pensi: il mio è soltanto uno studio col quale cerco di imparare e migliorare la mia scrittura. Mi è stato regalato un libro, l’ho letto e riletto e mi sono detta: – Questi poeti sono dei grandi e lo sono per me; ci trovo qualcosa di mio, una voce o un contenuto che mi somigliano. E allora imparerò qualcosa se approfondirò come e cosa hanno scritto. Semplicemente.

3. In “I fiori dell’Anima, seconda sezione di “Un quarto di secondo [poesie]”, i tuoi versi descrivono il ciclo della vita? Simboli prettamente cristiani e archetipi decisamente antichi convivono nelle tue liriche, che lasciano intendere che la resurrezione, seppur difficoltosa, è possibile!

Anche qui tutto parte dalla lettura di un saggio di Ugo Volli, “Fiori e piante nella tradizione ebraica antica”. Così ho cercato il mio fiore, la mia pianta dell’anima sempre in relazione a quanto essa contiene già di simbolico e di tradizione.

4. In “A chi parlerò domani?”, nella terza sezione del tuo lavoro, i tuoi versi sono pregni di pessimismo, di un dolore che non nascondi: «[…] E sono stata fuoco/ perché lo sento ancora/ al momento ardo piano/ in lenta combustione.// Ma è una notte d’agosto/ sono fiammella blu/ luce di fuoco fatuo// e presto svanirò.» A chi speri di poter parlare domani?

Come tutti, credo, a chi abbiamo amato e a chi ci ha amato. Come i poeti, credo, attraverso la parola scritta che ci sopravvive.

Sonia Vatteroni

Sonia Vatteroni: https://www.facebook.com/sonia.vatteroni.75

5. Nella quarta sezione “Ora sapremo qualcosa l’uno dell’altra”, i tuoi versi sono molto struggenti e intimi, si avverte nettamente «l’urgenza di vivere [….] in una dimensione in cui la morte non sia il nulla ma sia “un eterno presente”», come evidenzia Marzia Margherita Dati Graham. Rivolgendosi a Meneceo, Epicuro ci dice che «quando noi viviamo, la morte non c’è, e viceversa.» Perché è tanto forte il tuo desiderio di “un eterno presente”?

In questa parte del libro ho raccolto scritti diversi, ma legati dal desiderio di parlarmi e di parlarvi Raccontami di te e sarò parte della tua vita, forse è questo l’eterno presente: parliamoci, anche in silenzio, e il presente avrà un senso.

6. “Dialogo fra il poeta e l’oblio” è la sezione conclusiva del tuo “Un quarto di secondo [poesie]”, e il Tempo, forse, è un po’ come un amico e un complice: «[…] ci imbuca nella fessura come lettera menzognera!// Non è indolore.// Dove sono adesso? E dove sei?// Credo…// traslocati nella metafora dell’infanzia.» Sonia Vatteroni, i poeti credono, o meglio, s’illudono di poter arrestare il Tempo, questo io credo. In fisica, il tempo può essere definito come la distanza tra gli eventi calcolata nelle coordinate spaziotemporali quadridimensionali; “La teoria della relatività ristretta” di Albert Einstein ci spiega che il tempo non può essere compreso se non come una parte del cronotopo.

Il poeta mente: cerca l’Oblio ma questo sa che non è così; altrimenti perché scriverebbe? Il dialogo immaginario è stato usato da grandi scrittori ed io ho provato a dialogare con l’Oblio. Alla fine ognuno cercherà la propria anima ma, dice l’Oblio: “… tu sarai sopra uno sperone e fingerai di cercarmi.  Time over.”

7. In “Un quarto di secondo [poesie]” troviamo ben cinque sezioni, che possono essere lette in maniera indipendente; immagino siano state scritte in tempi diversi. Per quali esigenze, personali e non, sono venute alla luce?

Dare una cronologia non è facile; le poesie vengono spesso riviste, manipolate nel tempo. A volte no, sono tappe della vita, ma questo credo sia il privato e va lasciato lì.

8. Qual è la caratteristica precipua del tuo poetare, Sonia Vatteroni?

Credevo di non saper rispondere, ma dato che ho risposto alle domande, penso di poter osare: la curiosità: curiosità di imparare dagli altri e di conoscere fino a dove posso arrivare, mettendo l’asta sempre un po’ più avanti. E la condivisione: mi piace se altri abitano nelle mie poesie mentre le leggono, mi piacerebbe che qualcuna fosse amata, loro, non io. La manifattura.

9. “Un quarto di secondo [poesie]” accoglie diverse illustrazioni di Beppe Mecconi, che ha tradotto in immagini alcune tue poesie. Com’è nata la vostra collaborazione artistica?

Beppe è un magnifico disegnatore e tante altre cose. Due anni fa mi chiese di scrivere i testi per uno spettacolo “Orfeo ed Euridice” che abbiamo portato su diversi palchi e festival e ancora porteremo. Ora lavoriamo ad un altro su Shelley sempre con la collaborazione di eccellenti musicisti, cantanti e ballerini. Ma oltre a questo è l’amicizia nata da comune sentire la poesia delle cose che ci unisce.

10. Oggi come oggi, ha ancora senso scrivere poesie? Come ben sappiamo, i giovani leggono poco e le materie umanistiche, in una civiltà sempre più ipertecnologica, non sono tenute granché in considerazione.

Chiederlo a me è come chiedere al negoziante, la poesia è cambiata nella forma, ma la sostanza è sempre l’indicibile. Io amo scrivere anche per la musica e provo stupore quando sento i miei versi diventare canzoni. Giovani, non giovani, credo ci sia anche qualche preconcetto. Se ciò che offriamo è bello, e guarda , voglio proprio usare questo aggettivo semplice, parla a tutti. Se non parla, non ha nulla da dire.

11. Molti poeti moderni parlano sempre più di sé stessi, e sono sempre meno profeti, questa è la mia impressione. Qual è la tua opinione in merito?

Non ho autorità per dare lezioni, ma torniamo al punto: l’arte, in qualsiasi forma, deve mettere in secondo piano l’autore e in primo l’opera.. Lì sta il giudizio.

SONIA VATTERONI Nata a La Spezia, ha vissuto e studiato e insegnato a La Spezia e Firenze. Ha collaborato e fatto parte de “Il giardino dei ciliegi” a Firenze, pubblicando racconti su Cercatori di storie. Ha fatto parte di un seminario internazionale di scrittura creativa della New York University. Ha dato la voce a letture in Controradio (sede fiorentina). Ha pubblicato 3 libri di poesie: PONGASIE / SUPPONGA / MONADI. Autrice dei testi dello spettacolo teatrale musicale ORFEO ED EURIDICE.

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Un quarto di secondo – Sonia Vatteroni

Un quarto di secondoSonia Vatteroni – Introduzione: Marzia Margherita Dati Graham – Copertina e illustrazioni: Beppe Mecconi – Oltre Edizioni – Collana: Collezione di poesia – Prima edizione: maggio 2022 – Pagine: 208 – ISBN: 9791280075444 – Prezzo di copertina: 18,00 €

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Informazioni su Iannozzi Giuseppe

Iannozzi Giuseppe - giornalista, scrittore, critico letterario - racconti, poesie, recensioni, servizi editoriali. PUBBLICAZIONI; Il male peggiore. (Edizioni Il Foglio, 2017) Donne e parole (Edizioni il Foglio, 2017) Bukowski, racconta (Edizioni il Foglio, 2016) La lebbra (Edizioni Il Foglio, 2014) La cattiva strada (Cicorivolta, 2014) L'ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta, 2013) Angeli caduti (Cicorivolta, 2012)
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